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Negli
ultimi anni si è assistito a un notevole incremento sul mercato di nuovi
farmaci che, se da una parte vanno a garantire sempre di più la cura,
dall’altra richiedono agli operatori sanitari e al sistema pubblico una
maggiore vigilanza per i rischi correlati all’utilizzo di diversi principi
attivi associati nella stessa terapia e per lo stesso paziente. Numerosi studi
convergono nel ritenere che il numero di farmaci assunto dal paziente sia il
più importante fattore predittivo di reazioni avverse a farmaci. Si stima che
le reazioni avverse ai farmaci siano tra la quarta e la sesta causa di morte, e
circa il 5-10% dei ricoveri in ospedale sono riconducibili ad una reazione
avversa a farmaci. Che il rischio sia correlato con l’età è un dato consolidato.
Il paziente anziano è notoriamente più a rischio perché il metabolismo subisce
con l’età dei cambiamenti fisiologici che lo espongono maggiormente ad effetti
collaterali e a reazioni avverse. Inoltre rispetto al resto della popolazione
l’anziano è normalmente affetto da una o più patologie che lo costringono ad
assumere molti farmaci per lunghi periodi che possono determinare interazioni
farmacologiche. Non solo la frequenza
degli eventi è più alta, ma si è anche documentato che negli anziani le
reazioni avverse ai farmaci tendono ad essere più severe. Nonostante ciò, la
disponibilità di prove di efficacia e tollerabilità per la prescrizione di
farmaci a pazienti anziani è esigua e, comunque, chiaramente sproporzionata
rispetto al consumo in questa fascia di età. Gli anziani sono sistematicamente
esclusi dai trial clinici e da ciò ne deriva che l’utilizzo dei farmaci nel
paziente anziano rimane grandemente empirico, aneddotico, nel migliore dei casi
basato sulla estrapolazione di evidenze ottenute in pazienti più giovani. Il
corso ha l’obiettivo di informare i medici sulle diverse interazioni
farmacologiche che possono avvenire nei soggetti anziani, su come potrebbero
portare ad eventi avversi e proporre strategie per svelarle, gestirle e
prevenirle ma anche di sensibilizzarli ad aumentare i tassi di segnalazione
delle reazione avverse.
L’ampia disponibilità sul
mercato sanitario di farmaci ipoglicemizzanti, se da un lato aumenta la possibilità
di raggiungere l'obiettivo terapeutico, dall'altro potrebbe essere fonte di
perplessità o incertezze. E' dunque opportuno esaminare non solo l'efficacia di
questi farmaci in termini di controllo della glicemia ma anche la loro
tollerabilità e gli effetti collaterali, in modo da disegnarne nelle linee
generali indicazioni, controindicazioni e criteri di uso, con particolare
riguardo alle problematiche del soggetto anziano. Pertanto, al fine di
migliorare il ruolo del medico nel saper
riconoscere, gestire e prevenire le reazioni avverse ma anche e soprattutto
di aumentare i tassi di segnalazione
delle reazione avverse, obiettivo del corso è quello di fornire ai medici diabetologi, internisti
geriatri ed in particolare ai medici
della Medicina generale e dei Centri di diabetologia un aggiornamento sulle
linee guida della terapia del diabete, sulla sicurezza dei farmaci usati in
tale patologia, sul loro consumo a livello nazionale e regionale, nonché un
aggiornamento sullo stato del monitoraggio.
Lo
scompenso cardiaco è oggi una condizione molto comune nella popolazione anziana
con un’incidenza e prevalenza che
aumentano progressivamente con
l’avanzare dell’età in relazione all’ alta prevalenza delle malattie
cardiovascolari in età avanzata e all’aumentata sopravvivenza dei soggetti
anziani con patologie cardiovascolari.
Tale trend demografico ed epidemiologico ha avuto come diretta conseguenza
l’impiego contemporaneo di più farmaci. Per le frequenti interazioni
farmacologiche, non sempre facilmente prevedibili, politerapia/polifarmacia si
associano nel paziente anziano ad un’elevata incidenza di reazioni avverse,
causa di mortalità e di ospedalizzazioni, con aumento dei costi diretti e
indiretti per il SSN. L’età influenza sicuramente la farmacocinetica e la
farmacodinamica dei farmaci, soprattutto se questi sono assunti
contemporaneamente, aumentando la probabilità di reazioni avverse di ogni
tipo, ma di per sé non sembra essere un fattore decisivo, mentre è la
comorbilità a svolgere il ruolo più importante. Il corso ha l’obiettivo di
approfondire le conoscenze scientifiche relative alla gestione terapeutica del
paziente anziano con scompenso cardiaco, di
informare i medici sulle diverse interazioni farmacologiche che possono
avvenire nei soggetti anziani affetti da scompenso cardiaco, su come potrebbero
portare ad eventi avversi e proporre strategie per svelarle, gestirle e
prevenirle. Nel corso delle lezioni saranno affrontati vari temi dagli aspetti
epidemiologici, al trattamento farmacologico, alla valutazione del profilo di
sicurezza dei farmaci impiegati nel trattamento dello scompenso cardiaco e
all’importanza della segnalazione da parte dei medici delle reazione avverse a
farmaci (ADR) , fino alla conclusione con la dettagliata descrizione di casi
clinici.